In data
20 giugno del corrente anno, c/o la sala congressi della Camera di commercio
di Taranto, esponenti ed attori del mondo produttivo locale si sono dati appuntamento
per confrontarsi circa le strategie attuate ed ancora da attuare in materia
di sviluppo. Partendo da una consapevolezza generale di come il mercato esplichi
sempre più esigenze di flessibilità, di qualità e di sinergie
territoriali, e di quanto le risposte adatte a questi bisogni debbano convergere
necessariamente verso strategie di snellimento generale delle procedure, verso
un maggiore appiattimento delle situazioni ostacolanti, verso soluzioni facili
e facilmente attuabili, nonché realizzabili in tempi rapidi, si è
convenuti alla decisione di approfondire durante la tavola rotonda una realtà,
quella delle controversie giuridiche, assai frequente nell’ambito economico
– produttivo e molto spesso ricca, nonché generatrice, di problematiche;
una realtà che certamente chiama in causa entrambi gli attori di un rapporto
produttivo, il produttore ed il consumatore, ma che non sempre li tutela in
egual misura, una realtà fatta, ad oggi, esclusivamente di lungaggini
burocratiche, di tempi e di costi esagerati.
A questo proposito assume senso il tema dell’incontro, il filo conduttore
sul quale ognuno dei partecipanti è stato chiamato a proferire in base
alla propria esperienza nel settore, all’incisività, in questo
ambito, dell’Istituzione o dell’Ente che rappresentava, all’apporto
che avrebbe potuto offrire per un’imminente soluzione. Questa la domanda
oggetto della riflessione: “La conciliazione non contenziosa può
rappresentare una valida alternativa alla cavillosa giustizia ordinaria? E se
sì, in che modo sarebbe possibile adottarla e realizzarla in ogni settore
della nostra realtà economica?”.
Alla tavola rotonda erano presenti:
il Prof. Gino Lo Papa, Segretario Generale Adiconsum Taranto, Emanuele Papalia,
Presidente della Camera di commercio di Taranto, Vincenzo Balestra, Segretario
Generale CISL Taranto, il Prof. Oreste Calliano, Direttore del Centro europeo
di Diritto ed Economia dell’Università di Torino, il Dott. Giacomo
Carbonari, Responsabile dei rapporti con le Associazioni dei consumatori (AACC)
di ANIA, il Dott. Dario D’Aleo, Responsabile regolatorio di Telecom Italia,
il Dott. Romolo Giacani, Responsabile dei rapporti con le AACC di Poste Italiane,
il Dott. Paolo Landi, Segretario Generale Adiconsum nazionale, l'Avv. Salvatore
Leopardi, Presidente della Camera Arbitrale di Taranto, il Dott. Giuseppe Rinaldi,
Responsabile dei rapporti con le AACC di Tim Italia, il Dott. Mauro Ugolini,
Responsabile dei rapporti con le AACC di Banca Intesa.
Dopo un breve saluto del Prof. Lo Papa, il quale ha altresì introdotto
ai lavori sottolineando la necessità di intraprendere la strada della
conciliazione come soluzione più immediata alla complessità della
giustizia attuale, il microfono ha dato voce al Presidente Papalia, il quale,
consapevole della strategica posizione della Camera di Commercio in quel contesto,
ha sottolineato l’evidente disagio creato dalla giustizia ordinaria in
ambito economico – produttivo, mostrando un notevole interesse verso tale
problematica e rendendo quanto più chiara possibile la disponibilità
della Camera di commercio a creare, in quanto perno del sistema produttivo locale,
sinergie e situazioni tali da permettere la realizzazione di soluzioni di sviluppo.
A seguito dei saluti del Segretario Cisl, Balestra, la tavola rotonda ha avuto
il suo inizio con un interessante intervento del Prof. Calliano, che, dopo un
breve cenno storico sullo sviluppo delle fasi della conciliazione in ambito
di consumo nei paesi europei, ha esposto le sue riflessioni critiche sulla giustizia
ordinaria, un modo di gestire le controversie assolutamente non adatto al mondo
produttivo dei nostri tempi, ad un mercato che chiede a gran voce la necessità
d’instaurare rapporti di fiducia tra le parti in gioco, rapporti chiari,
duraturi e stabili che, appare evidente, non trovano accordo con una giustizia
che porta avanti un gioco a somma zero, che prevede un vincitore ed un vinto
e che, conseguentemente, compromette le relazioni. L’esigenza di creare,
allora, un gioco a somma positiva, che non crei piedistalli, che consideri le
parti in egual modo, cercando soluzioni costruttive insieme, senza giudizi e
con una comunione d’intenti, fa cadere i riflettori su quella che in questo
momento appare la soluzione più idonea: la conciliazione tra le parti,
uno strumento che, sicuramente rappresenta un investimento in termini di qualità,
ma che altrettanto sicuramente genera produttività, creando dei presupposti
forti per la creazione di una spirale evolutiva in continua crescita. L’attenzione
del Prof. Calliano si sposta poi sulle direttive e sulle raccomandazioni (del
1998 e del 2001) della CE in materia di conciliazione che, pur evidenziando
la portata del problema e mostrando una certa sensibilità delle autorità
politiche in questo settore, in realtà, ancora una volta, possono rappresentare
dei grossi limiti perché talvolta molte regolamentazioni non fanno altro
che generare confusione; ed a questo proposito, fa presente che, in realtà,
non è necessaria l’esistenza di un unico modello di conciliazione:
al contrario, la pluralità di modelli sarebbe la giusta risposta ad un’evidente
pluralità di situazioni che non possono in alcun modo essere assemblate,
pena la validità del tentativo stesso di conciliazione.
Tutti gli altri interventi che hanno avuto seguito a quello del Prof. Calliano
hanno pienamente condiviso il suo pensiero, rimarcando il bisogno di baipassare
l’eccessiva burocratizzazione, istituzionalizzazione e, perché
no, speculazione della giustizia attuale, creando i presupposti per la realizzazione
di soluzioni che, benché portino i loro risultati a lungo termine, saranno
comunque soluzioni immuni, perché stabili, agli inevitabili e fisiologici
cambiamenti futuri.
Il Dott. D’Aleo, Responsabile Telecom, ha di seguito presentato un modo
diverso d’intendere la conciliazione: ogni impresa, in qualunque ambito
produttivo si collochi, è sempre immersa in un contesto che è,
prima di tutto un contesto sociale, ed è il luogo in cui l’impresa
trova i suoi consumatori; qualunque controversia insorga tra l’organizzazione
ed il suo cliente, rappresenta per l’azienda un disagio sociale che la
stessa deve cogliere e risolvere tenendo conto e dei diritti del suo consumatore
e della sua immagine nella società. La conciliazione, quindi, rappresenta
non solo un modo più facile di risolvere problemi di giustizia ma anche
una strategia per l’impresa che la porta ad essere vincente nel mercato,
ottenendo il riconoscimento sociale.
Il Dott. Rinaldi, rappresentante di Tim Italia, ha invece esposto un esempio
pratico del loro modo di fare conciliazione: nel 2002 hanno elaborato un nuovo
protocollo per realizzare atti conciliativi anche on – line; nella sezione
customer care del loro sito web, in cui per altro è possibile tentare
una pre – conciliazione, è stata creata una sezione speciale per
i consumatori che permette loro di informarsi sulle possibilità di risoluzione
di qualunque tipologia di problema e di avere per questo una assistenza continua.
Per il Dott. Giacani di Poste Italiane il tentativo di conciliazione si è
posto come una conseguenza necessaria alla politica di qualità portata
avanti dall’azienda e come un modo per rendere più specifici tali
interventi, facendo emergere le differenze a cospetto di una qualità
che talvolta standardizza.
Successivamente al Dott. Ugolini di Banca Intesa che ha mostrato gli ottimi
risultati del loro modo di fare conciliazione (ben il 99% dei tentativi hanno
avuto esito positivo), il Dott. Carbonari di ANIA ha evidenziato come la conciliazione
possa essere un modo valido per evitare le innumerevoli e dispendiose cause
in ambito assicurativo.
L’intervento del Presidente della Camera Arbitrale di Taranto, l’Avv.
Leopardi, si è strutturato invece su una provocazione lanciatagli dal
moderatore della tavola rotonda, il Dott. Trevisani de Il Corriere del Giorno,
ossia se la conciliazione corra il rischio di divenire una nuova professione
per i tanti e giovani avvocati della nostra provincia, cadendo nuovamente nella
rete della speculazione. L’Avv. Leopardi, dopo aver esordito con l’illustrazione
dell’eccellente attività arbitrale della Camera di commercio ed
aver evidenziato l’esigenza reale della creazione di strutture specifiche
che curino la conciliazione, nella consapevolezza che questa sia il primo sportello
al quale il cittadino debba rivolgersi in caso di difficoltà, ha proposto
che sia realizzata un’attività di formazione dei conciliatori con
aggiornamenti continui, accessibile a tutti ed anche agli avvocati che, non
meno degli altri, dovranno far leva sul proprio codice etico.
L’ultimo intervento, quello del Dott. Landi dell’Adiconsum nazionale,
ha avuto un taglio critico negativo nei confronti di un sistema che attualmente
non supporta le associazioni dei consumatori, che, probabilmente, si è
adagiato sulla gratuità degli interventi delle suddette associazioni
ma che, però, non può continuare ad esser sordo in un contesto
che ha bisogno, comunque, di una struttura su cui fare leva.